martedì 8 novembre 2011

Calciopoli atto primo, lo squallore continua


Si è concluso il processo di primo grado a Calciopoli, con 18 condanne e 8 assoluzioni. Ecco le principali sentenze di primo grado: condannato Moggi a 5 anni e 4 mesi per associazione a delinquere, insieme a Bergamo (3 anni e 8 mesi) e Mazzini (2 anni e 2 mesi). Condanne per "frode sportiva" anche per i Della Valle e Lotito.

Aspetto con ansia di leggere le motivazioni di queste sentenze, che trovo difficili anche solo da commentare.
Nel frattempo mi rileggo quello che scrisse ormai più di cinque anni fa Enzo Biagi, dalle colonne del Tirreno, poco prima di morire. Era il 16 agosto 2006, e Biagi commentava così la sentenza del processo sportivo conclusosi nel luglio 2006 (processo che tra le altre cose squalificava Moggi a cinque anni, con proposta di radiazione):

"Una sentenza pazzesca, e non perché il calcio sia un ambiente pulito. Una sentenza pazzesca perché costruita sul nulla, su intercettazioni difficilmente interpretabili e non proponibili in un procedimento degno di tal nome. Una sentenza pazzesca perché punisce chi era colpevole solo di vivere in un certo ambiente, il tutto condito da un processo che era una riedizione della Santa Inquisizione in chiave moderna. E mi chiedo: cui prodest? A chi giova il tutto? Perché tutto è uscito fuori in un determinato momento? Proprio quando, tra Laziogate di Storace, la lista nera di Telecom, poi Calciopoli, poi l’ex Re d’Italia ed ora, ultimo ma non ultimo, la compagnia telefonica Vodafone che ha denunciato Telecom per aver messo sotto controllo i suoi clienti. Vuoi vedere che per coprire uno scandalo di dimensioni ciclopiche hanno individuato in Luciano Moggi il cattivo da dare in pasto al popolino?".

Nel giorno della (probabile) fine politica di Berlusconi, mi gira in testa una domanda: ma la giustizia, in Italia, funziona o no?


Per chi è interessato ad approfondire un po' questa squallida vicenda, ecco alcuni precedenti post:

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