mercoledì 21 settembre 2011

Fine della corsa



Inter-Milan (supercoppa italiana) 1-2.
Palermo-Inter 4-3.
Inter-Trabzonspor 0-1.
Novara-Inter 3-1.

In tempi non sospetti ebbi modo di scrivere un post (Inter, la fine dei vincenti per prescrizione) in cui dicevo che per l'Inter si stava aprendo un periodo molto difficile. I segnali erano evidenti, tanto da non lasciare dubbi. Per citarne alcuni: l'inconsistenza della società; la nullità del mercato estivo; il divorzio inatteso a fine giugno da Leonardo; la scelta di un nuovo allenatore, Gasperini, arrivato come quinta o sesta scelta e mai sostenuto dalla società; i dissidi tra Branca e Moratti; il ricordo opprimente (ossessione?) di Mourinho e dei vecchi splendori.
Pagherà, come sempre, l'allenatore. Domani, dopodomani, tra una settimana, dieci giorni. Non cambia molto: Gasperini verrà mandato via. Moratti non ha mai agito da dirigente sportivo, perché non lo è mai stato e mai lo sarà. Agisce da tifoso, perché in fondo è un tifoso, solo con molti soldi in tasca. Un tifoso neanche molto evoluto, a dirla tutta. Non ha mai avuto l'umiltà di riconoscere i propri errori, né pubblicamente né di fronte a se stesso. Un paio d'anni fa, subito dopo la finale di Champions vinta contro il Bayern Monaco, Pierluigi Pardo - giornalista che all'epoca lavorava per Sky (ora è di Mediaset) - gli chiese se quella vittoria lo ripagava delle tante delusioni e degli errori degli anni passati. L'avesse mai fatto! Moratti gli rispose piccato dicendo che «quelli erano gli anni in cui c'era un gruppo che adesso è sotto processo a Napoli», e se ne andò sdegnato non concedendosi alle altre domande del giornalista. Non ha mai ammesso i propri errori, e tantomeno ne ha fatto tesoro per le occasioni successive.
Si ripeteranno dunque i soliti schemi e le solite procedure che all'Inter vengono applicati da oltre sedici anni, da quando Moratti è presidente. Si alzerà il telefono e si cercherà il successore di Gasp, sperando in questo modo di risolvere il problema. Solo per dare un'idea: il prossimo sarà il 17° allenatore della gestione Moratti. Più di un allenatore all'anno negli ultimi 16 anni, un dato incredibile, soprattutto considerando che stiamo parlando di una grande squadra.
Forse il nuovo tecnico darà una scossa all'ambiente, ma sarà un sollievo momentaneo. L'Inter avrebbe bisogno di ben altre misure che un semplice cambio di tecnico per invertire la rotta.

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