E' quasi ufficiale: Kobe Bryant, superstar del basket Nba - conosciuto anche come The Black Mamba - sarà un giocatore della Virtus Bologna. "Quasi", perché manca ancora un dettaglio non da poco: la firma. Le dichiarazioni del patron della Virtus, Claudio Sabatini, lasciano però pochi dubbi sull'esito della trattativa: «Abbiamo trovato l'accordo sulla parte economica - ha spiegato stamani a Sky Sport 24 il numero uno della Virtus - dobbiamo solo definire alcuni particolari, ma come diceva un noto allenatore di calcio "rigore è quando arbitro fischia". Noi abbiamo trovato l'intesa su 10 partite, anche perché non ci potremmo permettere l'11esima. Ringrazio Bryant e il suo agente per la disponibilità e per la massima collaborazione che hanno avuto. Per noi adesso è fondamentale chiudere prima del 9 ottobre per avere Kobe in campo il 9 con la Virtus Roma. I tempi sono molto stretti, ma dobbiamo farcela».
A questo punto è interessante chiedersi cosa può portare Kobe al basket italiano. Ovviamente porterà un grande valore aggiunto alla Virtus. Se è davvero motivato sarà difficile contenerlo. E io non credo che uno come lui sia venuto in Italia solo per ingrossare il portafoglio. Ma in 10 partite, Kobe può davvero cambiare la stagione della Virtus Bologna? Non penso. Alla fine 10 partite sono pur sempre 10 partite, e quando saranno finite tutto tornerà come prima.
Sabatini ha dichiarato che «con l'arrivo di Kobe vince il nostro sistema». Su questo, sinceramente, ho i miei dubbi. Se guardiamo i fatti, Kobe arriva da noi grazie al lockout Nba, lo sciopero dei proprietari delle squadre che cercano di abbassare il monte ingaggi. Se l'Nba non si fermava, non si sarebbe mai creata questa opportunità. E Kobe ha scelto l'Italia non tanto per ragioni sportive (in Europa ci sono campionati di basket molto più competitivi del nostro, e la Virtus Bologna non è certo una corazzata), ma perché questo è il Paese in cui ha vissuto alcuni anni della sua infanzia, quando il padre Joseph Washington Bryant giocava nel Pistoia basket. Kobe conosce perfettamente l'italiano e già da tempo aveva dichiarato di avere il desiderio di giocare dalle nostre parti, magari a fine carriera. Quindi non credo si possa parlare di vittoria del nostro sistema. Mi sembra più corretto parlare di coincidenze fortunate.
Sabatini ha dichiarato che «con l'arrivo di Kobe vince il nostro sistema». Su questo, sinceramente, ho i miei dubbi. Se guardiamo i fatti, Kobe arriva da noi grazie al lockout Nba, lo sciopero dei proprietari delle squadre che cercano di abbassare il monte ingaggi. Se l'Nba non si fermava, non si sarebbe mai creata questa opportunità. E Kobe ha scelto l'Italia non tanto per ragioni sportive (in Europa ci sono campionati di basket molto più competitivi del nostro, e la Virtus Bologna non è certo una corazzata), ma perché questo è il Paese in cui ha vissuto alcuni anni della sua infanzia, quando il padre Joseph Washington Bryant giocava nel Pistoia basket. Kobe conosce perfettamente l'italiano e già da tempo aveva dichiarato di avere il desiderio di giocare dalle nostre parti, magari a fine carriera. Quindi non credo si possa parlare di vittoria del nostro sistema. Mi sembra più corretto parlare di coincidenze fortunate.
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