mercoledì 28 settembre 2011

Troppo presto? Eppure siamo già in ritardo...

E' successo che nel finale della partita Juventus-Bologna, mercoledì scorso, è scoppiata una rissa tra alcuni giocatori delle due squadre. La baruffa si è scatenata proprio accanto agli spalti e un tifoso juventino ha allungato un braccio nel tentativo (vano) di dare uno schiaffo a Di Vaio, capitano del Bologna. Apriti cielo. Via con i soliti discorsi disfattisti. Gli stessi che venti giorni fa, alla cerimonia d'inaugurazione del nuovo stadio bianconero, esaltavano la Juventus per aver portato la modernità nel calcio italiano, ora si prodigavano nel ripetere che «l'Italia non è pronta per avere uno stadio così», e altri discorsi di questo tenore. Allora bisogna intenderci. Qual è il problema? Lo stadio o i tifosi? Il contenitore o il contenuto?
In occasione della partita di Champions League tra Napoli e Villareal di ieri sera, la società partenopea ha dovuto rimuovere tutte le reti di protezione dal settore ospiti del San Paolo. Lo pretende la Uefa, l'organo che governa il calcio europeo. Capite quanto siamo indietro rispetto all'Europa, dal punto di vista della cultura sportiva e non solo? Stadi con protezioni che si rifanno il look nelle notti di Champions, è paradossale. Si continua a dire che l'Italia non è pronta per stadi senza barriere, eppure siamo già indietro rispetto agli altri. Ma allora quando saremo pronti anche noi? Capello qualche tempo fa disse frasi molto pesanti sulla situazione del tifo calcistico italiano: «Purtroppo siamo in mano agli ultrà. Non devo fare altro che ripetere le stesse cose che ho già detto e per cui sono stato già ampiamente criticato. Non ho cambiato idea e non mi interessa se purtroppo ho avuto ragione». Frasi che suscitarono un polverone mediatico e dalle quali il mondo sportivo e la politica italiana si dissociarono, chiudendosi in una difesa corporativa. Continuiamo a far finta di niente. E così accumuliamo ritardo su ritardo.
La Juventus ha fatto una scommessa, realizzando uno stadio senza barriere. E sta facendo di tutto perché questa scommessa possa essere vincente. Gli agenti della Digos della Questura di Torino hanno già identificato il tifoso che ha tentato di dare lo schiaffo a Di Vaio e l'uomo sarà punito con 5 anni di Daspo (divieto di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive). Verrebbe da dire che anche i calciatori protagonisti della rissa meriterebbero una sanzione del genere, ma lasciamo perdere. In questa vicenda le cose da sottolineare sono due. Primo: il colpevole ha un nome e un cognome. Secondo: il colpevole sconterà la sua pena. Non sono due cose ovvie, almeno nel nostro Paese, in cui lo stadio è il luogo senza giustizia per eccellenza.
Non c'è più tempo da perdere e la Juventus lo ha capito. Ma adesso qualcuno deve seguire la sua strada.

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