sabato 10 settembre 2011

Fuori l'orgoglio bianconero!


E' stata un'ora di puro spettacolo ed emozioni, un'ora che ha avuto il potere magico di cancellare le amarezze e le delusioni degli ultimi cinque anni. E' stata una cerimonia maestosa e sobria al tempo stesso, un esempio di civiltà, eleganza, stile. E' stato un modo per ricordare e celebrare i centoquattordici anni di storia bianconera e per aprire la porta alla nuova casa, al futuro. Un futuro che dovrà essere all'insegna della tradizione vincente della Juventus. E' stata una cerimonia festosa, gioiosa, ma al tempo stesso profonda, soprattutto quando si sono ricordati i momenti tragici della storia del club, come la strage dell'Heysel del 29 maggio 1985. Non era facile riuscire a fondere gioia e dolore con tanta eleganza. La chiacchierata in mezzo al campo tra Del Piero e Boniperti è stato un momento indimenticabile per chi ama la Juventus. Boniperti che emoziona e arringa il pubblico: «La mia vita nella Juventus è iniziata il 4 giugno 1946 e sono ancora qui dopo 65 anni per abbracciarvi tutti e farvi i miei auguri e ricordare ai giocatori che vincere non è importante ma è l'unica cosa che conta». Fantastico.
Molto bello anche il discorso di Andrea, che ha riacceso l'orgoglio del popolo bianconero: «Noi siamo la gente della Juve. Siamo gente che si riconosce quando si guarda negli occhi. Occhi che sanno accettare i risultati conseguiti sul campo. Un prato come questo ci ha consacrato ventinove volte campioni d'Italia, due volte campioni d'europa e due volte campioni del mondo!».
Proprio perché gli scudetti sono ventinove sarebbe stato bello vedere anche Moggi e Giraudo in tribuna ad assistere alla cerimonia. In pochi ricordano che il progetto del nuovo stadio è partito da loro. Era doveroso invitarli, ma nessuno ha osato tanto. Probabilmente Elkann ha messo il veto.
Per il resto, serata magnifica.

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