lunedì 1 agosto 2011

Serena Williams, il ritorno

Un percorso netto. Una vittoria senza discussione. L'ennesima dimostrazione che quando i giornalisti si mettono a scrivere che un atleta è finito, beh quello è il momento di iniziare a puntare forte sul suo grande ritorno. Sto parlando di Serena Williams, fresca vincitrice del torneo di Stanford, in California. Intendiamoci, il torneo è importante, ma non è uno slam. Però la vittoria è molto significativa, perché Serena tornava da un anno horribilis, pieno di problemi fisici e passato lontano dai campi da gioco. Nel luglio 2010, poco dopo la vittoria a Wimbledon, Serena era in un ristorante di Monaco e camminò malamente su un pezzo di vetro. Gli esami rivelarono una lesione all'alluce e decise di operarsi. Poi all'inzio del 2011 una nuova operazione, sempre all'alluce che non guariva bene. Infine quando tutto sembrava risolversi il problema più grave, un'embolia polmonare e l'operazione d'urgenza a Los Angeles. Un anno difficile insomma, un anno lontano dal tennis. Serena è passata dalla vittoria a Wimbledon 2010 a giocare Wimbledon 2011 con un solo torneo in mezzo, quello di Eastbourne, in Gran Bretagna. Inevitabile che la sua preparazione allo slam erbivoro non fosse delle migliori, tutt'altro. In quest'ottica va letta la sua uscita di scena agli ottavi, per mano della Bartoli.
E proprio la Bartoli è l'avversaria contro cui Serena ha giocato la finale di Stanford, stavolta finita con esito opposto: 7-6 6-1 il punteggio a favore della statunitense. Durante tutto il torneo la Williams ha dato la sensazione di avere ritrovato quella solidità e quella potenza nei colpi che sono il suo marchio di fabbrica. Ai quarti Serenona ha demolito la russa occhi di ghiaccio Maria Sharapova 6-1 6-3, in semi ha demolito la Lisicki 6-1 6-2. Una superiorità schiacciante.
La classifica WTA, che dopo l'anno horribilis l'ha fatta scendere alla posizione numero 172, ora con la vittoria a Stanford la fa tornare nella Top 100. Ma questi numeri contano quello che contano. Serena è ancora la migliore e se riuscirà a ritrovare la condizione - i segnali incoraggianti in questo senso ci sono - gli US Open saranno di nuovo suoi.

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