martedì 9 agosto 2011

Ibra, l'uomo dei record. Un acquisto misterioso

Il primo titulo della stagione è del Milan. Nella stracittadina che valeva la Supercoppa italiana i rossoneri si sono confermati sui livelli della scorsa stagione, solito fortino difensivo e solito grandissimo Ibrahimović. Lo svedesone di origini slave è sicuramente l'uomo che negli ultimi anni ha fatto maggiormente la differenza nel campionato italiano. Chi ha Ibra vince, è un equazione infallibile. Dal primo anno in cui Zlatan è arrivato in Italia (portato nel nostro campionato non a caso da Luciano Moggi, uno che di calcio ci capiva e ci capisce più di tutti) le squadre in cui ha giocato hanno sempre vinto lo scudetto: Juventus, Inter e Milan. Complessivamente sono otto anni consecutivi che Ibrahimović vince lo scudetto (e il ciclo è sempre aperto!). Dalla stagione 2003/2004 all'Ajax fino alla stagione 2010/2011 al Milan, con in mezzo Juve, Inter e Barcellona, è sempre la stessa storia: Ibra uguale scudetto. Equazione sicura come due più due uguale quattro. Galliani l'anno scorso ha fatto un colpo straordinario, pesantissimo, riportando in Italia lo svedese. E' stata una manovra preparata ad arte grazie all'aiuto di Mino Raiola, il procuratore-burattinaio che muove i fili del calciomercato come nessun altro e che sembra avere una corsia preferenziale per portare i giocatori al Milan. Una manovra preparata con largo anticipo, iniziata con la rottura primaverile, rottura totale, tra Ibra e il proprio allenatore al Barça, Pep Guardiola. Vi ricorderete sicuramente le pubbliche accuse dello svedese al proprio tecnico. Solo una rottura diplomatica con il Barcellona poteva consentire a Ibra di aprire una trattativa con il Milan e di tornare in Italia, dove si gioca il campionato ideale per le sue caretteristiche.

C'è però un aspetto della trattativa che ha portato Ibra al Milan, un aspetto non secondario, che non mi convince affatto: le cifre. Come è possibile che il Milan abbia acquistato lo svedese in prestito con diritto di riscatto fissato a 24 milioni di euro esercitabile alla fine della stagione? Sono cifre inverosimili se pensiamo che l'anno precedente il Barcellona lo aveva acquistato dall'Inter ad una cifra folle: 50 milioni di euro più Eto'o (valutato 20 milioni). Siccome a Barcellona non sono fessi e di calcio se ne intendono, io non credo sia possibile che abbiano ceduto Ibrahimović al Milan a quelle cifre, accettando una minusvalenza da 44 milioni di euro. Ok, Ibra non rientrava più nei piani di Guardiola e si è dimostrato essere un giocatore non adatto per giocare nella squadra dei folletti cresciuti nella cantera catalana. Ma è possibile che pur di liberarsi della sua presenza ingombrante a Barcellona abbiano deciso di perdere in un solo anno per un solo giocatore 44 milioni di euro? E' vero Ibra non giocò la sua migliore stagione in Spagna, ma chiuse comunque l'anno con 21 gol in 45 partite: sono numeri che non giustificano e non spiegano affatto una svalutazione così forte del giocatore, da 70 milioni a 26 milioni. Forse non ci hanno detto tutto e per qualche motivo le vere cifre del passaggio di Ibra al Milan non sono state dette. Certo è che l'anno scorso Berlusconi passò l'estate a dire che "in un momento di così forte crisi economica internazionale non si potevano investire cifre folli nel Milan, anche per rispetto nei confronti degli italiani". Possibile che dopo l'acquisto dello svedese il Milan e il suo presidente avessero degli interessi a nascondere i numeri reali della trattativa? E' solo una mia ipotesi e come tale può essere sbagliata. Ma a Barcellona non sono pazzi.

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