Era l'agosto del 2005 quando l'uragano Katrina - categoria 5 su una scala che va da uno a cinque - rase letteralmente al suolo New Orleans. Il bilancio all'epoca fu disastroso: un'intera città si trovò sommersa dall'acqua, 1800 furono i morti e un milione gli sfollati.
A distanza di 6 anni l'America torna a rivivere l'incubo con l'uragano Irene. Stavolta è New York, la città simbolo degli Stati Uniti, ad essere minacciata dalla forza distruttiva della natura. Ma perché gli americani sono tanto preoccupati per un uragano, Irene, che nelle ultime ore è stato declassato prima da categoria 3 a categoria 2 e poi da categoria 2 a categoria 1? Quando Katrina si abbatté su New Orleans, pur avendo perso potenza, era sempre un uragano di categoria 3. Alla fine rispetto a Katrina c'è una bella differenza e gli USA dovrebbero essere abituati a vivere e affrontare eventi climatici di una certa violenza. La verità è che Katrina e Irene sono due uragani molto diversi, ciascuno con le sue caratteristiche e le sue problematiche. Innanzitutto Irene si dirige verso Nord e non verso Sud, e negli ultimi dieci anni sono pochissimi gli uragani che hanno preso questa direzione. Già questo lo identifica come un fenomeno particolare. Inoltre, mentre Katrina concentrò tutta la sua enorme furia distruttiva in un'area piuttosto ristretta e per un periodo di tempo piuttosto breve, Irene ha un raggio d'azione molto più ampio e impiegherà dalle 12 alle 18 ore per passare sopra ogni paese, città o costa che avrà la gentilezza di visitare. In parole povere: l'uragano che in queste ore si sta abbattendo sulla Grande Mela è un uragano molto più debole ma anche molto più duraturo. Probabilmente la pioggia incessante e le forti raffiche di vento finiranno per danneggiare i cavi elettrici e vaste aree della città rimarranno senza elettricità. Per una città di 8 milioni di abitanti e di 1200 km quadrati, con decine di grattacieli che superano i 200 metri d'altezza, rimanere senza energia non deve essere uno scherzo. L'altra grande problematica connessa all'uragano Irene è il pericolo tsunami su New York. La situazione a dire il vero non è molto chiara, nessuno è in grado di fare una previsione sufficientemente sicura. Alcuni parlano di onde alte due-tre metri, altri di onde alte una decina di metri. Lo scenario peggiore prevede che a causa dell'innalzamento del mare, alcune zone nella parte meridionale di Manhattan possano essere inondate. Da qui la decisione di evacuare immediatamente queste aree, con oltre 370 mila persone che hanno abbandonato le loro case. La metropolitana è già stata chiusa. New York è una città al momento paralizzata.
Se poi aggiungiamo a tutto questo il fatto che la Grande Mela - anche per il fatto di essere la sede di tutti i maggiori network televisivi d’America - si considera l'ombelico del mondo, si capisce perché Obama e gli americani sono così preoccupati per un "semplice" uragano di categoria uno.
Inevitabili le ripercussioni dell'uragano Irene su tutte le attività, anche quelle sportive. Già cancellati molti eventi sportivi in tutta l'area interessata: non si giocheranno molte partite della preseason della Nfl, sono stati spostati alcuni appuntamenti di golf e del Soccer made in Usa. Ma soprattutto a rischio spostamento sono gli US Open, l'ultimo torneo del Grande Slam che si svolge a Flushing Meadows, una zona di New York a medio-alto rischio secondo il servizio meteorologico statunitense. Il torneo dovrebbe iniziare domani, ma è probabile che verrà posticipato di qualche giorno, o almeno di qualche ora. Anche Roger, Rafa e Nole dovranno fare i conti con l'uragano Irene.
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