domenica 23 ottobre 2011

Coraggio Antonio!


Si diceva che Conte avrebbe portato un gioco ultraoffensivo. Si raccontava del suo 4-2-4 come se si stesse parlando del Brasile di Pelè. "Giocheremo con 4 attaccanti, i due esterni saranno due attaccanti aggiunti", è stata una delle frasi più gettonate dell'estate juventina. E invece.
E invece succede che dopo 7 partite - 3 vittorie e 4 pareggi - ci stiamo accorgendo che la realtà è molto distante da come ce la immaginavamo. Ieri col Genoa, dopo che la Juventus era tornata in vantaggio con il secondo gol di Matri, Conte ha deciso di togliere Estigarribia, un'ala offensiva, per mettere Pazienza, un centrale di centrocampo. Il 4-4-2 (non chiamiamolo 4-2-4 per favore) si è traformato in un 4-5-1, con Vucinic e Pepe sugli esterni e Marchisio, Pazienza e Pirlo a fare i centrali, con Matri unica punta. Altro che Brasile anni '60! Conte sta confermando la migliore tradizione calcistica italiana: squadra che vince si copre e riparte. A Verona col Chievo - la partita precedente - la Juve aveva giocato 80 minuti con una sola punta. Solo negli ultimi 10 minuti, con l'ingresso di Del Piero, la squadra si era schierata con due punte, e a quel punto aveva rischiato seriamente di vincere la partita.
Riconosco a Conte di avere tra le mani un compito difficile. Se escludiamo Buffon, Pirlo e Del Piero oggi nella Juventus non c'è nessuno che ha alzato un trofeo in carriera. Manca esperienza e mi rendo conto che c'è bisogno di tempo. Quello che rimprovero a Conte è di avere smarrito negli ultimi tempi quel coraggio e quell'energia che lo hanno sempre contraddistinto, e che poi sono il motivo per cui la società lo ha scelto per ripartire dopo due annate complicate. La Juventus non può giocare come una provinciale, e a maggior ragione non può farlo davanti ai propri tifosi contro una squadra di media classifica. Passare in vantaggio col Genoa e a quel punto coprirsi (quando manca più di mazzora alla fine), sperando magari di colpire in contropiede - non è da Juve. Lippi diceva: «Ragazzi noi non andiamo in campo per vincere. Noi andiamo in campo per stravincere». So che erano altri tempi e so che era un'altra Juventus. Ma se si vuole tornare grandi, la strada è quella. Forza e coraggio Antonio!

(Ciao Sic, ci mancherai)

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