sabato 15 ottobre 2011

Aspettando Superpippo


Ci sono dei momenti, nella vita di un atleta (e di un uomo), in cui l'unica cosa giusta da fare è lavorare e aspettare. Aspettare che arrivi il momento buono per raccogliere i frutti del proprio lavoro. Si fa una scommessa, si mette in gioco il proprio lavoro sperando che un giorno venga ripagato. Con la consapevolezza che quel giorno potrebbe non arrivare mai.

Confesso che la mia stima e considerazione per Pippo Inzaghi è maturata solo dopo la sua partenza dalla Juventus. Ai tempi in cui giocava con la maglia bianconera non provavo alcuna simpatia per lui: a dire il vero non lo sopportavo proprio! Il suo modo egoista di giocare a pallone mi innervosiva. Ricordo ancora che in una partita contro il Venezia - finita 4-0 per la Juventus - riuscì letteralmente a scippare due gol fatti a Del Piero, che in quel periodo faticava non poco a segnare su azione e per lui sarebbe stato importante sbloccarsi. Ma Inzaghi non è mai stato sensibile a questo tipo di discorsi. Ha un modo abbastanza egocentrico di interpretare il calcio. Lui è così, prendere o lasciare. 
Eppure, col passare degli anni, la mia stima nei suoi confronti è aumentata molto. Lo scorso anno - quando entrò a trenta minuti dalla fine e segnò due gol contro il Real Madrid, rincorrendo come un matto ogni giocatore avversario che avesse la palla tra i piedi - fu uno spettacolo incredibile. Vedere un trentasettenne che ha già vinto tutto e segnato valanghe di gol dannarsi l'anima per dimostrare di non essere ancora finito è una cosa rara nel mondo del calcio di oggi. Anzi, a dire il vero, non avevo mai visto una carica del genere in un giocatore della sua età. Inzaghi ha una passione per quello che fa decisamente fuori dal comune, ci mette l'anima. E in campo si vede. Per questo lo apprezzo.

Era il 20 ottobre 2010 quando Superpippo realizzò la sua storica doppietta al Real. Venti giorni dopo, nella partita contro il Palermo, la rottura di crociato e menisco del ginocchio sinistro spalancò le porte al ritiro, alla fine della sua gloriosa carriera. A 37 anni un infortunio così è duro da superare. Ma Pippo si è rimesso in gioco. Scegliendo di continuare e di rimanere al Milan, consapevole di tutti i rischi e le difficoltà cui sarebbe andato incontro facendo questa scelta. Sapendo di avere davanti Ibra, Pato, Cassano e Robinho. Sapendo, in sostanza, di essere il quinto attaccante nei piani di Allegri. Lo ha fatto perché è molto legato al Milan, ma soprattutto per giocare ancora la Champions League e provare a superare di nuovo Raùl come miglior marcatore delle coppe europee. Allegri gli ha dato un'altra mazzata, escludendolo dalla lista Champions della prima fase, quella a gironi, però ha già fatto capire che lo reinserirà nella lista, se il Milan dovesse approdare agli ottavi. Nella fase eliminatoria, quindi, Inzaghi ci sarà.
E lui continua a lavorare in silenzio, lontano dai riflettori (da quant'è che non parla alla stampa?!), per prendersi un'altra - forse l'ultima - grande soddisfazione della sua carriera. Aspettando quella notte di Champions in cui Allegri si affiderà di nuovo a lui, a Superpippo. Sperando che quella notte arrivi davvero.

2 commenti:

  1. 3
    Ciao, che bel testo su Pippomio, che invidia, vorrei averlo scritto io!
    Però alla fine sei molto ottimista, io sono più pessimista di te, secondo me per Pippo al Milan ormai butta malissimo. Che strana società: con alcune delle bandiere si mostrano riconoscenti, con altri per niente, pensa a Rivera... E con SuperPippo secondo me non lo saranno.

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    1. Ti ringrazio davvero :)
      Beh hai ragione, quando scrissi il pezzo ero più ottimista. Però nell'ultima frase se guardi bene scrivevo "Sperando che quella notte arrivi davvero", perché comunque sapevo che quella notte di Champions avrebbe potuto non arrivare mai. Per la stima che ho nei confronti di Inzaghi ci spero ancora, ma dopo avere visto il trattamento che il Milan gli sta riservando anche negli ultimi tempi (guarda anche la sostituzione di ieri col Novara) sono molto più pessimista. E mi dispiace, perché so quanto Inzaghi meriterebbe quell'occasione.
      Mi hai fatto riflettere dicendo che il Milan è riconoscente con alcuni e con altri no. E' molto vero. E purtroppo anche alla Juventus non stanno rispettando Del Piero.

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