martedì 5 luglio 2011

Siamo così intelligenti?


L'essere umano, dotato di capacità creative ed elaborative senza paragoni, autore di invenzioni meravigliose, proiettato per natura nel futuro e padrone indiscusso del mondo, è davvero così intelligente? Quando valutiamo e diamo giudizi su qualcosa, qualsiasi cosa essa sia, non possiamo farlo prendendo in considerazione solo i suoi estremi positivi. Ad esempio a nessuno verrebbe in mente di dire che un maratoneta ha fatto una grande gara perché è riuscito a reggere il ritmo dei migliori nei primi cinque chilometri. Così come a nessuna persona seria verrebbe in mente di giudicare l'operato del governo solo sulla base delle decisioni giuste che ha preso. Ogni analisi che sia degna di questo nome dovrebbe invece essere globale e quindi prendere in considerazione tutte le parti in causa. Noi esseri umani però siamo molto egocentrici, e quando diventiamo l'oggetto delle nostre ricerche spesso perdiamo quel rigore che ci caratterizza in altre circostanze. In buona sostanza vogliamo ad ogni costo fare una bella figura di fronte a noi stessi e per questo siamo anche disposti a truccare le carte in gioco. Così continuiamo a sentirci belli, forti e molto intelligenti.

Proviamo però a cambiare il nostro punto di vista e a spogliarci di quel narcisismo insopportabile che ci opprime. Soffermiamoci su uno degli aspetti secondo me più affascinanti della psicologia umana: il modo in cui si formano le convinzioni e le idee personali. Cinicamente dico che questo processo avviene in modo superficiale nella grande parte delle persone. D'altronde questo è quello che dimostra la storia. Pensiamo ai regimi totalitari del Novecento: è evidente che se questi sono potuti esistere e durare così a lungo è innanzitutto grazie al sostegno, spesso cieco e incondizionato, dei propri popoli, costruito attraverso un uso scientifico e terribilmente efficace dei mezzi di comunicazione, dai giornali alla radio, dal cinema alla televisione. L'efficacia di queste tecnologie non va ovviamente ricercata nella loro essenza, quanto nelle capacità (ma forse sarebbe meglio chiamarle incapacità) critiche degli esseri umani. Siamo animali pigri, come diceva Freud siamo come macchine e tendiamo naturalmente ad uno stato di quiete; l'unica vera fonte di stimolazione per l'essere umano è la libido. Formarsi un'opinione in modo consapevole è qualcosa che richiede un grande dispendio di energie. E' faticoso approfondire una tematica, entrare nei suoi dettagli, o anche solo cercare di capirne gli aspetti fondamentali. Per molti è semplicemente troppo faticoso. Molto più comodo appiattirsi sull'opinione comune, su quello che si dice e si sente dire più spesso. In questo modo, con un bassissimo spreco di energie fisiche e cognitive, ci siamo creati un punto di vista personale (personale?) e al tempo stesso siamo sicuri che questo non ci creerà problemi nella nostra vita sociale: come può crearci problemi un'idea che condividiamo con gli altri? Siamo animali estremamente opportunisti.
E finché ci vorremo sentire belli, forti e intelligenti, sospendendo ogni giudizio obiettivo su noi stessi, saremo anche animali molto limitati e terribilmente pericolosi.

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