martedì 20 marzo 2012

Dietro la semifinale

Solo chi ha vissuto in prima linea l'estate 2006 e ciò che è venuto dopo può capire perché noi juventini diamo tanto valore a questa semifinale. Qualcuno potrà pensare che siamo caduti in basso ed è libero di crederlo. Forse qualcuno ci compatirà se diciamo che seguiremo questo Juventus-Milan come se fosse una semifinale di Champions League. Ma onestamente non ci importa molto di questo.
Nessuno di noi si è dimenticato le grandi notti di Champions, e non ci siamo dimenticati che la Coppa Italia è il trofeo meno prestigioso. Ma soprattutto, non ci siamo dimenticati cos'è la Juventus. Se non avete vissuto gli ultimi sei anni dalla nostra prospettiva, difficilmente potrete capire perché assegniamo un valore così alto a questa partita. E' un valore simbolico più che materiale, perché questa è la partita del riscatto, dopo anni passati in un inferno sportivo nel quale siamo stati brutalmente cacciati senza spiegazioni degne di questo nome. Ci giocheremo dopo molto tempo l'accesso a una finale e solo questo è un motivo di grande orgoglio. Questa sfida dà un senso e una nuova spinta al percorso di ricostruzione che con grande difficoltà la Juventus ha finalmente intrapreso. Indipendentemente da come finirà la semifinale, siamo sulla strada giusta. Questa sfida è lì  dimostrarlo.
Giocherà Del Piero dal primo minuto, in quella che potrebbe essere la sua ultima grande notte con la maglia bianconera. Lui che ha vissuto in prima persona il 2006 e tutto l'umiliante periodo successivo. Lui che è il capitano, la storia, e per qualche settimana ancora, il presente della Juventus. Lui, Pinturicchio. Basterebbe questo per spiegare Juventus-Milan di questa sera. Non una semplice semifinale di Coppa Italia. Una partita speciale.

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