martedì 14 febbraio 2012

Roma è fuori dai Giochi


Dunque il governo non appoggerà la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2020. Alla fine ha deciso il rigore di Monti e dei tecnici. A niente sono serviti i facili entusiasmi sventolati dal Coni e dal Comune di Roma nei giorni scorsi, e a niente sono valse le firme di atleti e artisti famosi a sostegno della candidatura di Roma. Da Totti alla Pellegrini, da Tornatore a Fiorello, in molti si sono spesi per sostenere la candidature della capitale del mondo ai Giochi Olimpici 2020. Tutto inutile. Per fortuna, viene da dire.
E non devo essere il solo a pensare che la non candidatura di Roma ai Giochi è in fondo una grande liberazione, un peso in meno per il Paese, se - come riportano i sondaggi - la stragrande maggioranza delle persone si trova favorevole al no del premier. Addirittura clamoroso l'esito del sondaggio di Sky Tg24 di questa sera (senza valore scientifico, è bene sottolinearlo): alla domanda "Il governo non appoggia la candidatura di Roma per i Giochi del 2020. Sei d'accordo?" il 90% ha risposto con un deciso Sì. Segno evidente dell'aria che tira nel Paese. La gente non ne vuole sapere di Olimpiadi da organizzare. Un evento mastodontico che, per quanto affascinante e spettacolare, è pur sempre da finanziare con soldi pubblici. Nei giorni passati il presidente del Coni Gianni Petrucci si era lungamente speso nel rassicurare il governo e l'opinione pubblica, parlando di manifestazione «a costo zero e solo positiva per l'Italia». Ma in pochi gli hanno creduto. Anche perché i precedenti non sono esattamente confortanti. Abbiamo organizzato Italia '90 e sono rimaste cattedrali nel deserto e miliardi buttati al vento o ingoiati dai ladri. Abbiamo organizzato i Giochi invernali di Torino 2006, che hanno avuto un effetto positivo sulla città, ma hanno anche portato ad enormi buchi di bilancio, senza contare i numerosi impianti sportivi costruiti e mai più utilizzati dopo la manifestazione. Abbiamo organizzato i Mondiali di nuoto a Roma, e si sono mossi i giudici. Anche per questo la gente non si fida più, a maggior ragione in un momento di grande incertezza e grandissimi sacrifici come quello attuale.
Monti da parte sua ha spiegato che il Paese non è ancora pronto a candidarsi alle Olimpiade del 2020 e ha invitato a non leggere la decisione come un messaggio di pessimismo. «I mercati avrebbero pensato che l'Italia dopo 2-3 mesi di rigore si lanciasse in atti imprudenti, come una garanzia ad importo sostanzialmente illimitato». Come dire: prima di rivivere il mito e le emozioni di Roma 1960, c'è da mettere al sicuro l'Italia. Ha vinto il rigore e ha vinto la logica.

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