venerdì 6 gennaio 2012

L'esempio di Giaccherini e la prima Juve di Lippi

Lo scorso 8 dicembre, in occasione di Juventus-Bologna 2-1 - partita degli ottavi di Coppa Italia - Conte esultò in modo particolare dopo il bel gol di Giaccherini al 90' minuto. Fece più o meno il gesto che Toni fa sempre quando realizza una rete, si portò la mano all'orecchio come per dire: «Avete visto cosa sa fare questo Giaccherini?», gesto e pensiero ovviamente rivolto a tutti coloro che avevano storto il naso al momento del suo acquisto, questa estate. Conte ha fortemente voluto questo giocatore, e lo protegge, lo esalta con un'attenzione particolare. Queste le parole di Conte, sempre dopo la partita di Coppa Italia col Bologna: «Se si fosse chiamato Giaccherinho staremmo tutti a parlare di un fenomeno, invece si chiama Giaccherini e viene dai campi di provincia. Giaccherini è il nostro esempio».

Tralasciando la prima parte del suo discorso - Giaccherini non è un fenomeno e Conte, aldilà dei discorsi, lo sa bene - sono molto interessanti le ultime parole: «Giaccherini è il nostro esempio».
Conte ha rivoluzionato la Juve non tanto nel gioco quanto nella testa. O meglio: il gioco è una conseguenza di un nuovo atteggiamento mentale che Conte è riuscito a (ri)portare in un ambiente che era completamente svuotato dalle ultime due disastrose stagioni. Conte vuole prima di tutto gente che in campo dia tutto, lo ha detto chiaramente fin dal primo giorno di ritiro. Chi è alla Juve, chi è della Juve deve onorare la maglia. E la maglia si onora, prima ancora che con le belle giocate e i gol, con il sudore di cui viene riempita ogni volta che viene vestita. Ecco perché Conte definisce Giaccherini il nostro esempio. Oggi alla Juve ci sono almeno 9-10 giocatori superiori per qualità a Giaccherini, ma Giaccherini è l'esempio perché, per citare ancora Conte: «Mangia l'erba». Tradotto: in campo dà tutto. E questa, per Conte, è la prima delle cose che servono a una squadra per tornare competitiva.
Conte probabilmente ha nella testa come modello la prima Juve di Lippi, formata da grandi campioni come Del Piero, Vialli e Sousa, ma anche da gente come Di Livio, Torricelli, Pessotto e Conte stesso che faceva della corsa e della presenza agonistica la principale caratteristica. Didier Deschamps, grande interprete di quella Juventus, ha dichiarato: «La voglia di lottare che aveva la nostra squadra era qualcosa di diverso e inimitabile. E arrivava immediatamente dopo aver vestito quella maglia». Conte sta cercando di ricostruire proprio quello spirito, e giocatori come Giaccherini lo aiutano molto in questa opera di ricostruzione. Basti dire che in questa prima parte di stagione Conte lo ha quasi sempre preferito al più talentuoso, ma anche più spaesato (almeno per il momento), Elia, acquistato quest'estate per 9 milioni di euro dall'Amburgo (di contro ai 3 sborsati al Cesena per la comproprietà di Giaccherini). Gente come Giaccherini - per fare altri nomi cito anche Pepe e Vidal - incarna quello spirito guerriero che per Conte è fondamentale ricostruire. Quando Conte disse che Giaccherini è il nostro esempio sapeva bene quello che diceva.

Nessun commento:

Posta un commento