lunedì 31 dicembre 2012

Addio 2012. Noi c'eravamo.


Il 13 maggio 2012 è una di quelle date che i veri juventini non scorderanno mai. Un giorno straordinario - perché se vincere per la Juventus è sempre stata la normalità, quel giorno vincere è stata una liberazione, è stato togliersi di dosso un macigno che il popolo bianconero si portava dietro da troppo tempo. Un giorno fuori da ogni logica, fuori da ogni schema. Perché il 13 maggio la Juventus ha ritrovato se stessa. Perché dopo anni bui, gestioni insensate, scelte inappropriate la Juventus è tornata. Perché quel giorno è finito l'incubo iniziato nell'estate 2006 con la revoca di due scudetti, la serie B con penalizzazione, il terremoto societario, la squadra da rifondare. Perché i due scudetti non torneranno mai, ma le forze in campo, gli equilibri del calcio italiano quel giorno sono tornati esattamente come erano nel 2006: Juventus, Milan, il resto.
L'ultimo trofeo lo aveva alzato Del Piero il 14 maggio 2006, sul neutro di Bari. Era il ventinovesimo scudetto della storia bianconera. A chiudere il cerchio non poteva che essere lo stesso Del Piero, sei anni dopo, alla sua ultima partita di fronte ai propri tifosi (ultima per scelta del presidente, non sua).
Del Piero, il filo rosso di tutte le Juventus degli ultimi 19 anni: quelle di Trapattoni, Lippi, Ancelotti, Capello, Deschamps, Ranieri, Ferrara, Zaccheroni, Del Neri, Conte. L'uomo dei 289 gol, delle 705 presenze, dei 18 trofei alzati, tutti (gol, presenze, trofei) con una maglia, "One Love". Quel giorno prese un colpo al ginocchio pochi secondi dopo l'inizio della partita. Non stava bene, corricchiava, si toccava il ginocchio. Conte gli chiese se volesse il cambio. «No», risposta secca. Ero lì quel giorno e ricordo che al momento del contatto, con Del Piero steso a terra, lo stadio smise di respirare per qualche secondo. La gente era lì tutta per lui. Io ero lì per lui. Sapevo che avrebbe lasciato il segno, nonostante tutto, ancora una volta. Poco dopo sarebbero arrivati l'ultimo gol, l'ultima uscita di scena, la standing ovation infinita. Il trofeo alzato al cielo.
Doveva finire così. Non ho mai smesso di crederci. Io c'ero. Noi c'eravamo.

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